In Italia esiste un distretto produttivo dedicato a questo oggetto d’uso comune nelle nostre case, collocato tra i comuni di Corno di Rosazzo, Manzano e San Giovanni al Natisone, si trova infatti il famoso “Triangolo della Sedia” che oggi comprende ben 11 comuni della Provincia di Udine.
Basterebe solo questo per capire il ruolo chiave della sedia nella storia dell’arredo e del disegno industriale, tanto che alcuni modelli si sono trasformati in vere e proprie icone di stile. Tra i modelli più famosi segnaliamo alcune storie curiose.
Iniziamo con la storica sedia Thonet N 14, un vero classico del design. Ideata nel 1859 per il Caffè Daum di Vienna, la sua forma leggera e la sua linea essenziale piaceva a tutti: aristocratici, artisti, politici. Era la sedia preferita di Brahms e di Lenin, di Tolstoj e di Renoir, di Marilyn Monroe e di Liza Minnelli. La Thonet è esposta nei maggiori musei di design del mondo come il MOMA di New York o il Vitra Museum in Germania.
Di tutt’altro genere la Red and Blue di Gerit Thomas Rietveld: colori primari e forme squadrate, struttura in faggio tinto nero, un gioco di linee verticali e orizzontali; è il fondamento del codice costruttivo del neoplasticismo, del quale è anche un manifesto, secondo cui gli elementi della struttura si ottengono per sovrapposizione delle parti.
Tulip Chair è stata realizzata nel 1955 da Eero Saarinen ed è la prima espressione di design organico per interni. Cinque anni di progettazione hanno portato alla realizzazione della collezione Pedestal di cui fa parte. Costituita da un piedistallo circolare in alluminio pressofuso, scocca in fibra di vetro e rivestimento in rilsan, ripropone la forma a calice con un unico stelo centrale che tanto influenzerà il design lo stile degli anni a seguire. La collezione, oltre alla famosa sedia con e senza braccioli, con base fissa o girevole, è anche conosciuta nella versione sgabello.
Stile simile per la Ball Chair di Eero Aarnio (foto in alto). L sedia creata nel 1963, retro e moderna allo stesso tempo, sembra ancora un oggetto venuto dal futuro nonostante i suoi 51 anni.
Poltrona 41, conosciuta meglio come Paimio, è stata disegnata da Alvar Aalto e da sua moglie Aino per il sanatorio di Paimio in Finlandia, si distingue per la sua linea armoniosa e la tecnica di lavorazione del legno di betulla curvato a vapore.
La poltrona Sacco, creata dal trio Gatti, Paolini, Teodoro per la storica azienda Zanotta, è un must dell’arredamento di design. Destrutturata e dalla grande adattabilità, un’idea semplicissima: un sacco con all’interno polistirolo espanso ad alta resistenza, ancora oggi uno dei longseller più amati.
Nel 1925 Marcel Breuer progetta la sua prima poltroncina Wassily, in omaggio al pittore Kandinsky che insegnava pittura nello stesso istituto, rivoluzionaria nell’uso dei materiali (tessuto eisengarn e tubi di acciaio nichelato piegato) e nei metodi di produzione. Dopo aver sperimentato la solidità del tubo d’acciaio usato per le bici Adler, Breuer pensò di usarlo per realizzare mobili che unissero leggerezza e robustezza, con questo modello si inizio a diffondere anche l’idea di produzione automatizzata nel tempo.
Ultima sedia iconica è la famossisima Barcellona di Mies van Der Rohe, realizzata nel 1929 con materiali innovativi per il tempo, come l’acciaio molto amato da Mies. Il cuscino è costituito da 40 riquadri, tutti diversi, tagliati e cuciti a mano. Fu ri-progettata nel 1950 con nuovi materiali e commercializzata dall’azienda Knoll, tuttora proprietaria dei diritti di produzione.