Innovazioni, tecnologie e normative: l’industria ceramica è sempre più ecologica.
di Gianluca Orrù
12/2024
L‘industria ceramica ha compiuto grandi progressi in termini di sostenibilità, grazie a innovazioni tecnologiche e certificazioni ambientali. Questi miglioramenti hanno ridotto l’impatto ambientale della produzione di materiali ceramici, ma la ricerca industriale sta cercando di arrivare a qualcosa di più. Alcuni produttori cominciano a fare un uso significativo di ceramica riciclata da scarti di produzione in linee di punta, inaugurando le prime esperienze di economia circolare del settore. In questo Speciale Tecnico esploreremo come la ceramica, fondamentale per l’edilizia contemporanea e grande settore di traino del Made in Italy, si stia trasformando sotto ai nostri occhi per diventare sempre più ecologica, con particolare attenzione alle normative europee che spingono le aziende verso pratiche più sostenibili e certificazioni di livello nazionale e internazionale che ne garantiscono la qualità.
I materiali ceramici sono prodotti ottenuti dalla lavorazione di argille e minerali, cotti ad alte temperature per ottenere superfici resistenti e durevoli. I materiali più comuni utilizzati nell’edilizia sono:
Questi materiali, combinando estetica e funzionalità, sono apprezzati per la loro versatilità, ma la loro sostenibilità sta diventando sempre più rilevante per i produttori e i progettisti.
Il concetto di sostenibilità nel settore ceramico si basa sulla riduzione dell’impatto ambientale in tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, dalla selezione delle materie prime alla produzione, fino alla dismissione o al riciclo. Possiamo dire che la ceramica è un materiale sostenibile perché ricavato dalla natura e presente in grandi quantità, ma non è l’unico motivo e sono diversi i principali fattori che contribuiscono alla sostenibilità dei materiali ceramici.
L’argilla, la sabbia e i minerali come il feldspato, le principali materie prime utilizzate nella produzione ceramica, sono naturali e abbondanti. Inoltre, l’utilizzo di materie prime locali riduce l’impatto ambientale legato al trasporto e limita le emissioni di CO2. L’approvvigionamento locale contribuisce, infatti, a minimizzare l’impronta ecologica della produzione ceramica.
I trasporti di materia prima, quando possibile, privilegiano il ferro alla gomma, con i dati di Confindustria Ceramica che raccontano come circa il 23% delle materie prime in ingresso viaggi via treno, così come fa il 25% della produzione finita.
I materiali ceramici sono sicuri per l’ambiente e la salute poiché non rilasciano sostanze tossiche o composti organici volatili (VOC Volatile Organic Compounds) durante l’uso, ciò migliora la qualità dell’aria negli edifici in cui vengono utilizzati.
Bentu | WRECK |
La produzione ceramica richiede grandi quantità di energia, soprattutto nella fase di cottura, dove le temperature raggiungono livelli molto elevati. Negli ultimi anni, l’industria ha adottato tecnologie avanzate per ridurre i consumi energetici. I forni moderni sono più efficienti e ottimizzano il consumo di gas naturale e anche l’acqua utilizzata nel processo produttivo fa parte di un ciclo chiuso, che limita quindi il consumo di questa preziosissima risorsa naturale. Inoltre, l’uso di impianti di cogenerazione permette di recuperare il calore generato durante la cottura e utilizzarlo in altre fasi del processo produttivo. Molte aziende hanno anche integrato energie rinnovabili nel ciclo di produzione, come l’energia fotovoltaica e quella eolica, contribuendo a ridurre l’impronta di carbonio complessiva.
Uno degli aspetti più importanti che concorrono alla sostenibilità dei materiali ceramici è la loro lunga durata.
Materiali come il gres porcellanato hanno una vita utile che può superare i 50 anni, riducendo la necessità di frequenti sostituzioni e limitando il consumo di nuove risorse. La durabilità dei materiali ceramici riduce anche la produzione di rifiuti e i costi legati alla manutenzione e alla sostituzione.
I materiali ceramici possono essere completamente riciclati alla fine del loro ciclo di vita. Una volta smaltiti, possono essere frantumati e riutilizzati come materia prima per la produzione di nuovi prodotti, riducendo così la necessità di estrarre nuove risorse naturali. A questa equazione vanno aggiunti anche gli scarti di produzione che vengono reimmessi nel ciclo produttivo. Questo processo contribuisce a creare un modello di economia circolare, dove gli scarti di produzione vengono reintegrati nel ciclo produttivo. A livello internazionale, i primi esperimenti di integrazione di ceramica di recupero sono stati di olandesi: Annelies de Leede è stata la prima nel 1993 a creare alcune ciotole, ora parte della collezione del MOMA di New York, utilizzando frammenti di ceramiche smaltate riciclate. A seguirla sono stati molti altri e a farsi notare è stato recentemente lo studio Bentu, design company cinese che nel 2018 ha lanciato WRECK, una serie di mobili creati mescolando al cemento gli scarti di ceramiche prodotte a Chaozhou, in Cina. Sempre in oriente, Re-Shokki è una linea di stoviglie con materiale ceramico riciclato, frutto di un progetto di ampio respiro iniziato nel 2010 in Giappone, nella prefettura in cui si produce il 60% di tutte le porcellane da tavola giapponesi.
Bentu | WRECK
La direzione della ricerca industriale ha portato anche allo sviluppo di prodotti ceramici di nuovo ciclo, che contengono una percentuale significativa di materiali inerti derivanti dal recupero di scarti ceramici che si generano durante la produzione. In Italia, ci sono già esperienze positive da parte di alcune aziende e durante il Cersaie 2024, la grande fiera della Ceramica di Bologna, sono stati presentate diverse piastrelle realizzate con materiali riciclati.
Si tratta ad esempio di ceramiche artigianali smaltate per la cui produzione vengono utilizzate argille naturali miscelate al 30% con materiali inerti derivanti dal recupero di scarti ceramici. Il processo produttivo avviene colando la terra liquida all’interno di stampi in gesso proviene dal riciclo del cartongesso di scarto. Particolare attenzione è posta anche nell’imballo di piastrelle e rivestimenti, alcune aziende utilizzano esclusivamente scatole da cartone riciclato e pallet in legno FSC. Sempre a Cersaie è stata presentata una collezione realizzata in collaborazione con l’architetto Hadi Teherani: un gres porcellanato rettificato e bicottura in pasta bianca che incorpora una percentuale significativa di vetri derivati dal riciclo di tubi catodici di monitor e schermi televisivi. Dall’altra parte dell’oceano, negli Stati Uniti, è stata prodotta una linea di piastrelle che contiene il 65-66% di vetro, granito, quarzo e quarzite da materiale riciclato e porcellana pre-consumo. Per quanto concerne i sanitari, si può citare l’esempio di Vitra, brand partner BigMat, che ha presentato il primo lavabo per bagno realizzato al 100% con gli scarti di produzione del proprio stabilimento. Premiato per il suo design, il prodotto è stato concepito nei laboratori turchi dell’azienda.
Re-Shokki | Stoviglie con materiale ceramico riciclato |
Per i progettisti la scelta del materiale ceramico più sostenibile può non essere un’operazione così semplice. I parametri e i fattori che concorrono alla sostenibilità̀ della ceramica, li abbiamo visti, sono molteplici. Per questo è opportuno ricorrere alla normativa e alle certificazioni.
Uno degli strumenti chiave per valutare la sostenibilità di un materiale ceramico rispetto a un altro è verificare se il prodotto dispone della Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD Environmental Product Declaration), basata sull’analisi del ciclo di vita (LCA Life Cycle Assessment). L’EPD è una certificazione volontaria che fornisce informazioni dettagliate e verificate sull’impatto ambientale di una produzione, valutando parametri come:
L’adozione dell’EPD rappresenta un vantaggio competitivo per le aziende e risponde anche alla crescente domanda di prodotti trasparenti e sostenibili da parte dei consumatori. Le normative europee spingono sempre di più verso l’adozione di strumenti come l’EPD, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Annelies de Leede | Ciotole da frammenti di ceramiche smaltate riciclate, collezione MOMA di New York
Un metodo per scegliere i prodotti Ceramici più sostenibili è senza dubbio verificarne le certificazioni, ovvero che i prodotti siano compliant all’ottenimento delle più importanti certificazioni mondiali di sostenibilità in edilizia. I principali protocolli di sostenibilità internazionali, Leed e Breeam, premiano i prodotti che presentano certificazioni EPD con un punteggio aggiuntivo. I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali definiti dal Governo italiano per le varie fasi del processo di acquisto pubblico, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita. Un prodotto che risponde ai CAM è incluso in specifici database e la sua presenza all’interno di un appalto è premiante in termini di punteggio.
Le normative europee hanno avuto un ruolo determinante nell’accelerare l’adozione di pratiche sostenibili nel settore ceramico. L’economia circolare, che promuove il riutilizzo delle risorse e la riduzione dei rifiuti,
è uno degli obiettivi principali delle politiche ambientali europee. La crescente attenzione di progettisti e di committenti verso prodotti ecologici e la pressione normativa hanno spinto le aziende a innovare e migliorare continuamente le proprie tecnologie.
In questo contesto, la sostenibilità non è più solo un valore aggiunto, ma una necessità per competere in un mercato globale sempre più attento ai temi ambientali. Il progettista, che ha interesse a impiegare prodotti ceramici sostenibili, può rivolgersi ad aziende che hanno certificato la propria produzione e i propri prodotti con la EPD e che hanno prodotti conformi ai CAM e conformi ai principali protocolli di sostenibilità. Le aziende italiane del settore ceramico hanno dimostrato di saper rispondere a queste sfide, posizionandosi come leader a livello internazionale grazie alla loro capacità di coniugare innovazione, qualità e rispetto dell’ambiente. La leadership italiana nel settore si mantiene anche così.
L’Italia è una protagonista assoluta nel campo delle piastrelle ceramiche. In particolare, è leader mondiale nell’export di piastrelle ceramiche di qualità, quelle con un coefficiente di assorbimento dell’acqua inferiore allo 0,5%.
Ciò è dovuto principalmente a fattori storici: la tradizione italiana della ceramica ha le sue radici nel Rinascimento, quando le arti decorative fiorirono grazie alle grandi famiglie nobiliari del Centro Italia.
Oggi la tradizione si è trasformata in innovazione, anche sotto la spinta delle normative europee e internazionali, che posizionano l’industria italiana ai massimi livelli mondiali anche nella sostenibilità.
L’AUTOREGianluca Orrù, giornalista e moderatore di Infoprogetto.it Nato a Torino nel 1980 Gianluca Orrù è giornalista, regista e produttore. È moderatore di Infoprogetto.it – Action Group da circa 10 anni e gira l’Italia per raccontare il futuro dell’edilizia e della progettazione in una serie di Workshop. Si occupa di televisione e produzioni televisive dai primi anni 2000, quando matura le prime esperienze nelle tv del territorio. Si laurea in Scienze della Comunicazione nel 2003 e comincia da subito a lavorare per una serie di giornali locali, sia sportivi che di cronaca. Ha collaborato negli anni con Corriere della Sera, Repubblica e Fanpage.it, oltre a una serie di testate tecniche e locali. È direttore creativo di Tekla, casa di produzione cinematografica e agenzia di comunicazione. |