Il periodo di lockdown a cui siamo stati forzati nei mesi scorsi ci ha fatto prendere maggiore consapevolezza dei pregi e dei difetti della nostra casa che abbiamo vissuto ininterrottamente. In molti casi ci siamo scoperti insoddisfatti degli spazi a nostra disposizione in quanto troppo piccoli, senza un balcone o organizzati in modo tale da non riuscire a conciliare lo smart working con le attività del resto della famiglia. Una sensazione che porta molti a pensare di cercare una casa nuova, non necessariamente in centro città, più spaziosa e più vivibile. A dimostrare questa tendenza ci pensa una recente ricerca del portale Casa.it che afferma che, seppur preoccupato per l’impatto economico del Coronavirus, la maggior parte del campione intervistato (rispettivamente il 62% di chi cerca una casa in vendita e l’80% di chi è alla ricerca di una casa in affitto) non ha cambiato la propria intenzione di cambiare abitazione, ma anzi, il 17% ne è ancora più convinto.
 
A bloccare però questa esigenza potrebbe essere la frenata che il settore immobiliare ha subito e che per molti analisti continuerà a subire durante tutto il 2020. Un crollo del mercato che però non comporterà come diretta conseguenza un crollo dei prezzi, da quanto si evince dall’Osservatorio sul mercato immobiliare 2020 messo a punto dalla società di consulenza Nomisma. La diminuzione delle compravendite nel settore residenziale degli ultimi mesi proseguirà fino a far registrare, secondo le previsioni Nomisma, tra le 50mila e le 120mila transizioni in meno, pari a una caduta del mercato tra il -8% e il -18%. Uno scenario decisamente poco roseo a cui non farà seguito una pari caduta dei prezzi, almeno non nel breve periodo.
«Quello che le crisi precedenti, soprattutto quella del 2008, hanno insegnato è che in Italia i prezzi reagiscono con ritardo, con grande lentezza, rispetto all’evoluzione dei contesti. Questo è un elemento, se vogliamo, di salvaguardia della solidità patrimoniale. È allo stesso tempo anche un elemento di penalizzazione del mercato. Per cui bisognerà capire quale sarà l’effetto prevalente, soprattutto quale sarà l’esigenza di monetizzare che alcune famiglie avranno proprio per garantirsi un mantenimento del proprio tenore di vita. Però quello che oggi vediamo è un effetto immediato, drastico, dei livelli di attività molto più contenuti per quanto riguarda la componente prezzi» ha dichiarato Luca Dondi dall’Orologio, ad Nomisma.
 
Decidere di cambiare la propria casa in questo momento potrebbe quindi non rivelarsi del tutto vantaggioso con un trend negativo delle compravendite destinato a proseguire, nella speranza che si possa discostare dai numeri rilevati nella fase 1 dai dati statistici Notarili (Dsn) del Consiglio nazionale del notariato relativi a Roma, Milano, Napoli, Bari, Bologna, Torino, Palermo, Cagliari, Verona e Firenze. Il calo di fabbricati abitativi, confrontando i risultati di marzo 2020 con lo stesso mese dell’anno precedente, si attesta sul -25% a Bologna e Firenze, fino a scendere di oltre il 50% a Milano. Fortissime flessioni fra il 43% e il 47% si sono registrate anche a Roma, Napoli, Bari e Palermo. Numeri negativi anche se si guarda al fronte dei mutui: anche in questo caso il calo maggiore si è registrato a Milano (-54,5), seguita da Verona (-45,5%), Napoli (-41,2%), Bari (-40,7%), (Palermo -39,2%), Roma e Torino (-35,1%), mentre contrazioni minori hanno fatto segnare Firenze (-11,1%) e Bologna (-13,6%).