Un progetto che mette il design al servizio della cultura per dare vita alla Tate Modern del mondo della musica: stiamo parlando del London Center for Music, il primo progetto nella capitale britannica dello studio newyorkese Diller Scofidio + Renfro, conosciuto soprattutto per il parco della High Line di New York.
Il complesso punta a diventare il nuovo polo culturale di Londra, non un semplice edificio ma un luogo aperto che dialoga con il tessuto urbano adiacente per coinvolgere le persone; una torre affusolata che ruota su se stessa verso la sommità, con un corpo metallico caratterizzato da un geometrico gioco di vetrate che catturano la luce e regalano una vista spettacolare sulla città. Un mix di forme irregolari e trasparenze che permettono non solo di osservare il panorama ma anche sbirciare all’interno del complesso per ammirare la sala concerti, uno scrigno di legno cui si accede attraverso avveniristiche “scale-anfiteatro”. Cuore del progetto del London Center for Music, la sala è concepita come uno spazio intimo e inclusivo che potrà ospitare fino a 2mila persone, in cui il pubblico avvolgerà tutti i lati del palco grazie allo studio nel dettaglio della configurazione dei posti a sedere, stratagemma che concilia gli aspetti della propagazione del suono e la necessità di offrire un nuovo modo di fruire il momento dello spettacolo.
In piena armonia con gli edifici circostanti come il Barbican, la London Symphony Orchestra e la Guildhall School of Music & Drama, il nuovo edificio si inserisce in un piano a lungo termine di pedonalizzazione di Londra, per rendere la metropoli più ricca di aree e spazi pubblici per collegare l’asse nord-sud della città, da South Bank e Tate Modern alla St. Paul’s Cathedral, all’asse est-ovest.
«Vogliamo sbloccare il potenziale urbanistico del sito del Center for Music, all’estremità meridionale del Barbican, recuperando la rotatoria alla sfera pubblica, dove le soluzioni che limitano il traffico oggi sono vivamente auspicate. Un vivace spazio pubblico conduce senza soluzione di continuità al foyer e dà il benvenuto a tutti, che abbiano o meno il biglietto di un concerto» ha dichiarato Elizabeth Diller.
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