Si chiama Hydroelectric Tidal House ed è stata progettata dall’architetto e designer Margot Krasojevic.
L’artista serba ha realizzato su carta il sogno di ogni bambino: vivere letteralmente in riva al mare, e ha pure pensato a come farlo in modo ecologico rendendo la casa autosufficiente dal punto di vista energetico con il solo impiego di energie rinnovabili.
A guardarla sembra un’opera di design, curata nei dettagli e dall’aspetto futuristico; ricorda una navicella spaziale dalla forma di un’enorme conchiglia. Questa casa non è solo bella, ma anche all’avanguardia perché si autoalimenta sfruttando l’energia delle onde marine.
La struttura è composta da due “gusci”: uno fisso, esterno e semicircolare, che àncora la casa alla riva e uno interno, in alluminio, leggero, che si muove con l’alzarsi della marea e che tramite una turbina riesce a sfruttarne i moti per trasformare l’energia cinetica in elettricità.
Sulla parte più esterna, un puzzle di sezioni di getto in calcestruzzo, sono collocate anche delle celle solari per alimentare la zona giorno, ma la fonte principale di energia è costituita dalle maree, più prevedibili rispetto alla quantità di sole e di vento. All’interno ci sono 3 moduli per la zona giorno, componibili in base alle esigenze funzionali della casa.
Vivere cullati dallo sciabordare delle onde o cenare con vista tramonto sull’oceano potrebbe essere possibile a Llandudno (Cape Town) in Sudafrica dove nel 2015 si inizierà a costruire questa abitazione che fonde arte, ecologia e tecnologia.
Una casa conchiglia esiste già e si trova a Naucalpan in Messico, dove nel 2006 l’architetto Javier Senosiain ha realizzato un’abitazione ispirata al mollusco chiamato Nautilus. Per lo sviluppo del progetto si è partiti dall’osservazione profonda dei principi e delle forme della natura, all’interno le linee e gli ambienti interni sono ispirati ai fondali marini.
La costruzione è un tipico esempio di “Bio Architettura”, corrente influenzata da figure importanti come Gaudí e Frank Lloyd Wright.