Intelligenza artificiale in architettura: il report di RIBA

Michela Pesenti / 24 Aprile 2024 / Stili e Novità

Che ruolo ha l’intelligenza artificiale nel mondo della progettazione? Come si possono sfruttare le sue potenzialità per migliorare la pratica architettonica, salvaguardandone al contempo i valori che definiscono questa professione? A queste domande ha provato a rispondere il Royal Institute of British Architects (RIBA) nel suo RIBA AI Report 2024 che ha coinvolto più di 500 dei suoi membri. 

«Oggi, l’intelligenza artificiale emerge come lo strumento più dirompente del nostro tempo e il suo ruolo nel plasmare il futuro dell’architettura non può essere sopravvalutato. L’innovazione tecnologica costituisce un elemento fondamentale del progresso. In questo rapporto ci avventuriamo in un’esplorazione completa dell’impatto dell’intelligenza artificiale sull’architettura, navigando nel complesso panorama di possibilità e sfide che ci attendono» ha dichiarato Muyiwa Oki presidente di RIBA.

L’uso dell’intelligenza artificiale modellerà le caratteristiche delle nostre città (di cui abbiamo parlato nell’ultimo numero di Up! Magazine che puoi leggere qui) , la qualità dell’ambiente edificato e il benessere delle generazioni future. In questo contesto, RIBA gioca un ruolo cruciale nel guidare il discorso sull’intelligenza artificiale in architettura, promuovendo una collaborazione interdisciplinare e abbracciando una cultura dell’innovazione responsabile, per sfruttare le potenzialità della tecnologia per creare ambienti sempre più inclusivi, resilienti e sostenibili per tutti.

Experiment with Midjourney, image courtesy of Jaina Valji, Copy and Space

Negli ultimi due decenni, infatti, nuovi strumenti hanno trasformato il modo in cui lavorano gli architetti: dallo schizzo sulla carta alla creazione di disegni in AutoCAD e, più recentemente, alla collaborazione su modelli di informazioni edilizie nel cloud. Gli architetti sono sempre stati pionieri nella trasformazione digitale, combinando la creatività umana con l’innovazione tecnologica. Ora, l’intelligenza artificiale apre una miriade di nuove opportunità per automatizzare le attività di ogni giorno, consentendo di risolvere sfide progettuali ancora più complesse, come ottenere costruzioni più sostenibili. Sfruttare la capacità dell’intelligenza artificiale di aumentare, automatizzare e analizzare restituisce innanzitutto agli architetti il loro tempo, non solo aumentandone la produttività, ma dando loro lo spazio per essere più ambiziosi e concentrarsi su soluzioni creative. Se utilizzata correttamente, l’intelligenza artificiale può aiutare gli architetti ad analizzare una miriade di varianti di progettazione in brevissimo tempo, offrendo nuove prospettive per ottenere importanti risultati di progetto.

I risultati dell’indagine

Agli intervistati è stato chiesto di valutare la maturità digitale della propria organizzazione, e le risposte suggeriscono un intervallo ben distribuito. L’11% si considera leader nel digitale, mentre un ulteriore 19% si identifica come early adopter dell’innovazione digitale: circa tre su dieci architetti cercano di sviluppare la propria offerta pratica attraverso la leadership nella digitalizzazione. Una quasi maggioranza (47%) ritiene che la propria maturità digitale sia all’altezza della maggior parte delle organizzazioni di settore, mentre all’estremo opposto il 17% adotta tardivamente l’innovazione digitale e il 5% resiste del tutto all’innovazione digitale, preferendo le tecniche tradizionali. Questa resistenza potrebbe essere dovuta alla mancanza di risorse o competenze interne.

Secondo il report, più della metà dei progettisti ha una conoscenza di base dell’AI, se non pratica o avanzata e ben il 41% di loro adotta l’AI nella professione almeno per progetti occasionali. Nei prossimi due anni, inoltre, il 54% degli architetti si aspetta che il proprio studio utilizzi l’intelligenza artificiale e il 57% pensa che questa migliorerà l’efficienza nel processo di progettazione. Tuttavia, questa ambizione non sembra ancora essere accompagnata da investimenti, poiché solo il 41% si aspetta che la propria attività investa nel settore.

Dato che entro il 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città, l’intelligenza artificiale ha un enorme potenziale in termini di urbanizzazione sostenibile. Il 57% degli architetti prevede di utilizzare l’intelligenza artificiale per effettuare analisi di sostenibilità ambientale nei prossimi 2 anni. Il 49% ritiene poi che siano necessari strumenti digitali migliori, compresa l’intelligenza artificiale, per soddisfare la crescente complessità degli edifici, che comprende gli adattamenti climatici e la tecnologia degli edifici intelligenti.

Experiment 3 with Midjourney, image courtesy of Jaina Valji, Copy and Space
Quali sono i rischi e le minacce dell’AI

Il grande potenziale dell’AI comporta rischi e sfide intrinseche, dall’imitazione involontaria di materiale protetto da copyright a imprecisione nelle previsioni a causa della scarsa accuratezza dei dati utilizzati per addestrare l’AI, fino alla minaccia che l’intelligenza artificiale possa sostituire il lavoro degli architetti. L’indagine RIBA rivela in realtà che circa un terzo dei professionisti vede l’intelligenza artificiale come una minaccia, ma le opinioni sono contrastanti. Le aree di maggiore preoccupazione da questo punto di vista sono le tariffe e l’occupazione. Il 59% degli architetti ritiene che l’intelligenza artificiale aumenti il ​​rischio che il proprio lavoro venga imitato, con conseguente riduzione dei posti nel settore architettonico. Una minoranza significativa (46%) prevede poi effetti negativi sulle opportunità di lavoro e solo il 22% vede effetti positivi. Una netta maggioranza degli intervistati (56%) ritiene che l’AI avrà un effetto negativo sulle tariffe.

I risultati suggeriscono che è necessario che la categoria degli architetti rifletta e perfezioni le proprie responsabilità man mano che le implicazioni etiche dell’AI diventano più chiare, per garantire la continuità della fiducia e della reputazione professionale.

«Stabilire chiare linee guida etiche e specifici quadri normativi per disciplinare l’uso dell’AI in architettura contribuirebbe ad attenuare le preoccupazioni su potenziali usi impropri o conseguenze indesiderate. Infine l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle scuole di architettura potrebbe non solo preparare gli studenti al futuro della professione, ma anche insegnare loro a sfruttare le tecnologie dell’AI in modo responsabile ed etico per affrontare le sfide architettoniche contemporanee», ha dichiarato nel report Jaina Valji, architetta e fondatrice di Copy and Space.

 

In copertina: Screenshot of a point cloud scan of Pitzanger Manor, image courtesy of Jaina Valji, Copy and Space

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