Tutto il mondo ce lo invidia: il Bosco Verticale di Milano continua ad aggiudicarsi premi e riconoscimenti internazionali. Dopo l’International Highrise Award 2014, promosso dal Museo di Architettura di Francoforte che ha conferito al complesso residenziale dallo studio Stefano Boeri Architetti (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca, Giovanni La Varra) il titolo di edificio multipiano più innovativo del mondo, il grattacielo ha sbaragliato la concorrenza ottenendo anche il premio per l’edificio più bello del mondo assegnato dal Council on Tall Building and Urban Habitat di Chicago. Un vero e proprio trionfo per uno dei progetti più belli e interessanti (di cui avevamo parlato anche nel n.15 di UP!, dicembre 2014) realizzati in questi ultimi anni nel panorama architettonico italiano.
Edificio simbolo del quartiere Porta Nuova Isola a Milano, il Bosco Verticale è stato innovativo fin dalla sua genesi, per il modo stesso di concepire l’architettura come elemento responsabile dell’ambiente, una sorta di macchina locomotrice in cui persone, animali e specie vegetali concorrono al miglioramento della qualità della vita. Proprio per questo i tradizionali materiali di rivestimento sono stati sostituiti da schermi di vegetazione, creando in questo modo un microclima diverso che lavora per migliorare la sostenibilità della struttura.
Due torri multipiano, immerse nel verde, basate su semplici fondamenta rettangolari con un’altezza rispettivamente di 19 e 27 piani (pari a 80 e 112 metri), 113 appartamenti dotati ciascuno di almeno una terrazza con giardino per un totale di 500 alberi di grande e medio sviluppo e un pot-pourri di 5mila arbusti, 12mila piante perenni e ornamentali che ricoprono le facciate. Un sistema perfetto che cambia a seconda delle stagioni e che fornisce agli appartamenti una climatizzazione naturale, riducendo l’escursione termica tra esterno e interno, oltre ad assorbire CO2 e polveri sottili migliorando la qualità dell’aria della città e mitigando l’inquinamento acustico.
Un progetto innovativo reso possibile anche grazie alla collaborazione di un pool di ricerca multidisciplinare composto da botanici, etologi, ingegneri strutturisti, studiosi di impiantistica e paesaggisti che sono riusciti a dar vita a un format in cui l’aumento della biodiversità è veicolato dall’architettura stessa. Un esempio perfetto di simbiosi tra architettura e natura, un modello di successo da replicare anche nelle città del futuro visti i continui e prestigiosi riconoscimenti ottenuti già in questi primi anni.
A proposito di premi di architettura vi ricordiamo che questa sera a Berlino, in occasione del congresso annuale del Gruppo BigMat International, saranno proclamati anche i vincitori della seconda edizione del BigMat International Architecture Award. Siete curiosi di scoprire il progetto vincitore del Gran Premio 2015? E per l’Italia chi si aggiudicherà il gradino più alto del podio dei Premi Nazionali?
Non temete, nei prossimi giorni vi sveleremo tutti i dettagli.
Buongiorno Luisa,
grazie per la sua attenzione verso il nostro Blog.
Le confermiamo che Stefano Boeri è figlio di Cini Boeri e che i costi per quella tipologia di appartamenti varia dai 7000 agli oltre 10.000 euro mq.
Grazie,buona giornata.
Sono entusiasta della realizzazione innovativa progettata in Italia; sono ammirata dalla genialità dell’intuizione di Boeri e dei progettisti suoi collaboratori. Ho due domande: 1) mi sono chiesta se Stefano Boeri sia figlio di Cini Boeri che ho ammirato e ammiro . 2) poiché credo sia molto piacevole vivere in quegli appartamenti in una Milano dall’aria non proprio pura, vorrei capire il loro costo al mq.
Grazie, luisa