Un 2015 positivo per il settore delle piastrelle di ceramica: dagli ultimi dati rilasciati da Confindustria Ceramica emerge che nell’anno appena concluso si è registrata una ripresa nelle vendite complessive facendo segnare un +1,4%, grazie anche alla riduzione (-1,3%) del calo della domanda nel mercato interno italiano, alle vendite stabili per 81 milioni di mq sul mercato nazionale (-0,3%); anche la produzione di ceramica italiana cresce con 393 milioni di mq (+3,0%).
Questi alcuni dei dati presentati da Confindustria Ceramica in collaborazione con Prometeia e Banca Popolare dell’Emilia Romagna, durante il convegno di fine 2015 con il professor Marco Fortis dell’Università Cattolica di Milano, il direttore generale di Bper Fabrizio Togni e il presidente di Confindustria Ceramica Vittorio Borelli.
«L’approvazione della Legge di Stabilità per il 2016 contiene aspetti positivi sul tema della fiscalità – ha commentato il presidente di Confindustria Ceramica – mi riferisco all’eliminazione di Imu e Tasi sulla prima casa, come anche alla proroga degli incentivi sulle ristrutturazioni edilizie e sul risparmio energetico, per i quali abbiamo apprezzato la conferma di aliquote e massimali, anche se avremo preferito che venissero rese strutturali».
Per quanto riguarda l’estero viene segnalato un aumento delle esportazioni pari al +1,8% rispetto al 2014, quantificati intorno ai 320 milioni di mq.
Le migliori performance nel 2015 si registrano per il Far East (+7,2%), l’area Naftaa (+6,3%) i Paesi del Golfo (+5,5%), l’area Balcanica (+3,7%). In flessione invece il Nord Africa (-3%) e l’Europa Centro Orientale (-5,6%), dove la crisi della Russia ha ridotto della metà la capacità di assorbimento del mercato, anche in conseguenza delle sanzioni Ue.
Indicazioni ottimistiche emergono dall’esame dei bilanci 2014: complessivamente positivi per le aziende ceramiche. Per il presidente Borelli nel 2016 si respirerà un cauto ottimismo, difficile però avventurarsi in previsioni, da una parte le analisi dei bilanci delle aziende ceramiche nel loro insieme mostrano un buon livello di capitalizzazione (prossimo all’80% del capitale investito e superiore ai livelli pre crisi) che garantisce la possibilità di continuare a investire, dall’altra non mancano le incognite, prima fra tutte quella legata alla conferma dei dazi antidumping nei confronti della Cina, una misura che scade il prossimo settembre e per la quale Confindustria Ceramica ha chiesto al Governo, alla Commissione e al Parlamento Europeo un rinnovo di altri cinque anni.