Progettare il presente, scegliere il futuro è lo slogan che ha caratterizzato il Brera Design District, uno dei distretti più gettonati di questa Milano Design Week. Più di 150 gli eventi in calendario, 314 le aziende e designer coinvolti e 108 gli showroom permanenti: numeri in crescita per il distretto che quest’anno ha scelto di indagare il nostro modo di abitare, fisico e virtuale, non solo all’interno della casa e dello spazio pubblico, ma in tutto il pianeta. A spiegare questa scelta a Elle Decor è stato Paolo Casati, creative director dil Brera Design District e fondatore dell’agenzia Studiolabo che racconta come i partecipanti hanno interpretato il tema.
«Il tema del FuoriSalone è stato scelto ragionando sull’urgenza di pensare al nostro spazio rispetto al tempo che ci viene dato e abbiamo preso come riferimento di indagine la dimensione che sta tra queste due parole chiave. Una dimensione che si apre a diversi approcci: quanto spazio dedichiamo al nostro tempo? O che tempo diamo al nostro spazio? Inteso come spazio famigliare, di relazione o di lavoro. Per il Brera Design District questo ragionamento è stato declinato in chiave più progettuale ed è per questo che abbiamo deciso di lavorare su altre due parole: presente e futuro. Raccogliere e interpretare le necessità del presente è il punto di partenza per affrontare le sfide di domani e il design è uno strumento utile per far fronte alla criticità di oggi, per dare forma a idee e soluzioni creative che possano portare valore nelle nostre vite. Se tutto è progettato in maniera coerente e consapevole, il futuro ce lo possiamo scegliere, se invece non è progettato, il futuro è indeterminato e incerto».
 
Un progetto, quello del Brera Design District, che nasce su un concetto di experience declinato su 365 giorni l’anno, con 170 showroom permanenti che diventano luoghi interessanti per un pubblico generalista, che ha la possibilità di entrare e scoprire qualcosa che riguarda gli oggetti e la casa, ma anche installazioni. I prodotti sono in scena, ma è accattivante l’esperienza inedita che fai di quel luogo. Il valore aggiunto per i brand, racconta ancora Casti, «sta nella sfida, mai fine a se stessa, che il FuoriSalone pone e che li costringe a ragionare sul loro modo di raccontarsi. In una logica dove c’è di tutto e di più, non basta il prodotto, ma c’è bisogno di livelli aggiuntivi di comunicazione. Oggi lo vediamo sul fisico, ma se parliamo di innovazione questo include la capacità di traferire il racconto attraverso il digitale. Siamo in una logica di Metaverso e di NFT, è un momento sfidante. Esiste questo mondo e il valore sta nella capacità di mantenere la propria identità di marca trasferendola dal prodotto a un sistema di valori e di relazioni immateriali. Per farti notare in questa settimana devi uscire da una comfort zone, alzare molto l’asticella e questa è una grande opportunità di crescita».
Tra le cose più interessanti da vedere fino a domenica 12 giugno in Brera, c’è sicuramente l’installazione immersiva di Porsche che esplora l’interazione tra natura e tecnologia, intese non più come realtà distinte ma come parti integranti di un bellissimo sogno. Per il FuoriSalone 2022 l’artista Ruby Barber fa fiorire il cortile di Palazzo Clerici con una piattaforma di superfici specchiate che si snoda come un labirinto tra filari di centinaia di rose colorate. Una natura disegnata ma non del tutto controllata, con cespugli che si ergono a diverse altezze in modo apparentemente disordinato.
 
Negli spazi dell’Acquario Civico di Milano, Stark, azienda che si occupa di architettura multimediale, propone un’installazione interattiva, visuale, sonora ed esperienziale sul sistema tempo-spazio/ambiente. Due stanze, una all’interno dell’altra, immergono il visitatore in due differenti atmosfere acquatiche. La prima è lenta, caratterizzata dai segni sottili, quasi impercettibili, e scandita dal suono delle gocce che cadono e creano anelli concentrici sullo “specchio d’acqua” del pavimento. La seconda è veloce, con macchie di colore blu acceso che si muovono al passaggio delle persone. Immergendosi nell’opera si attraversa la relazione tra il tempo scandito, che avanza inesorabilmente, e il tempo percepito, sul quale è possibile agire: un invito a riflettere sulle azioni compiute da ognuno di noi sull’ambiente.
 
Presso la Pelota di via Palermo, ecco la mostra di Hermès che traduce il tema della leggerezza in quattro suggestive costruzioni a forma di torri d’acqua realizzate in legno e carta traslucida; nella loro monumentalità restano lievi, accolgono i visitatori e mostrano al loro interno i nuovi prodotti, frutto di antiche maestrie artigianali ed estetiche contemporanee.