Ultimo mese di Expo, ultimi giorni per visitare e ammirare le architetture dell’Esposizione Universale di Milano; alcuni tra i padiglioni più apprezzati sembrano essere il Padiglione Zero e quelli di Brasile e Giappone ma anche il Padiglione del Regno Unito e quello della Germania, degli Emirati Arabi Uniti e dell’Austria riscuotono un grande interesse tra il pubblico, anche se il più amato pare essere ancora Palazzo Italia progettato dall’architetto Michele Molè.
Se siete interessati al “like rating” dei padiglioni abbiamo scovato un portale dedicato ai voti espressi dai visitatori ExpoAdvisor.
Delle opere realizzate dai grandi nomi dell’architettura per le Esposizioni Universali del passato abbiamo già parlato qui, e tra i tanti progetti avevamo citato anche il famoso Padiglione Barcellona progettato da Mies van der Rohe in occasione dell’Esposizione Universale del 1929, uno dei simboli della storia delle Esposizioni Universali.
Attorno alla storia di Padiglione Barcellona e dei disegni originali di Mies van der Rohe vive una vicenda straordinaria: nel 1945 a causa dei bombardamenti che rasero al suolo Berlino i disegni andarono distrutti; fortunatamente il suo assistente, Sergius Ruegenberg, alla fine della Seconda Guerra Mondiale ridisegnò a memoria le tavole architettoniche, documenti importantissimi che grazie a lui sono arrivati fino ai giorni nostri.
“Il Padiglione Barcellona a Bologna. Una storia di disegni da Mies van der Rohe a Ruegenberg” è una mostra dedicata proprio agli inediti disegni del Padiglione Barcellona.
Promossa da ABC e inaugurata il 24 settembre, resterà aperta fino al 24 ottobre 2015, in concomitanza con la Bologna Design Week e il CERSAIE, con l’intento di “narrare l’affascinante storia di questi disegni, fatta di persone, di architettura, di passione e di affari di stato internazionali”.
Grazie alla volontà di Ruegenberg è stato possibile disporre dei prospetti architettonici simili agli originali, senza contare che fu l’unico referente indicato da Mies van der Rohe per svolgere il ruolo di direttore dei lavori qualora ci fosse stata una ricostruzione del Padiglione (distrutto nel 1930); ricostruzione che sarebbe dovuta avvenire a Bologna ma che fu spostata a Barcellona tra il 1983 e il 1986 per il volere del Re di Spagna.
Intenso il lavoro archivistico e filologico raccolto in questa mostra e iniziato da Mario Ciammitti (responsabile della ricostruzione storica e archivistica del Padiglione Barcellona a Bologna) a cui fu affidata nel 1977 la ricerca dei materiali relativi al Padiglione originario e gli scambi con Hans Maria Wingler, all’epoca direttore dell’archivio Bauhaus a Berlino e con lo stesso Ruegenberg che nel 1983 donò proprio all’ing. Ciammitti i propri disegni.
Il Padiglione Barcellona rappresenta indiscutibilmente la massima espressione del “less is more” di Mies Van Der Rohe basato su funzionalità, essenzialità e riduzione della struttura ossea delle costruzioni; fu la prima architettura in cui introdusse i principi di “pianta libera” e di “spazi fluenti”.
La mostra si compone di 24 disegni su lucido, originali di Sergius Ruegenberg, 6 fotografie del 1929 e la corrispondenza epistolare tra Mario Ciammitti, Hans Maria Winglere e Sergius Ruegenberg.
Inoltre all’interno della mostra sarà possibile ammirare la celebre poltrona Barcellona e lo sgabello Barcellona, arredi originali del Padiglione e icone storiche del mondo dell’interior design.
La mostra a ingresso gratuito è visitabile presso ABC, Via Alessandrini 11 a Bologna, dal martedì al sabato dalle 17.30 alle 19.30.
Allestimento di Fausto Savoretti con materiale proveniente dall’archivio di Mario Ciammitti.
Photocredit: ABC