Una collezione di 34 elementi di arredo realizzati interamente con il cartone da imballaggio: fino al 18 novembre, presso la Gallery Fumi di Londra è possibile ammirare Box, il lavoro con cui il designer Max Lamb dà valore a un materiale spesso considerato secondario.
Fondendo arte, design e funzionalità, il designer si è lasciato guidare dalla sua voglia di sperimentazione e dalla sua attenzione per la sostenibilità cercando di sfruttare e dare un nuova veste alle pile crescenti di cartone che si accumulavano nel suo studio. Lavorando, tagliando, incidendo, piegando, schiacciando e rimontando con bulloni, viti, nastro adesivo di carta e una colla a base di grano fatta in casa il cartone, Lamb ha assemblato volumi di cartone in forme, costruendo strati di carta per creare un’integrità strutturale simile a quella della roccia o del legno.
 
Anche se raggiungere la durabilità preservando al tempo stesso la personalità del materiale si è rivelato una sfida, il designer è riuscito con successo a trasformare le opere da un esercizio di costruzione di forme a pezzi di design, mobili funzionali, belli e sostenibili.
Come ha raccontato in una recente intervista a Living, l’idea per il progetto Box è nata durante il Covid, periodo in cui ha «dovuto affrontare la questione della fornitura dei materiali. Si è rivelato il momento giusto per guardare a delle idee che fermentavano già da tempo. Questo mi ha dato spazio e libertà di lavorare col cartone che risultava facilmente disponibile, come conseguenza dell’aumento dello shopping online e delle consegne a domicilio». Il risultato sono una serie di arredi green che «veicolano il messaggio che ogni materiale ci circondi, anche il più semplice o effimero, possa essere riconsiderato e assumere un suo valore intrinseco (…) una metafora del valore che, come consumatori, tendiamo ad attribuire principalmente al contenuto, e un rendersi conto della necessità di riconsiderare con maggiore rispetto quello che diamo per scontato o che sminuiamo. È ora di provare a cambiare l’atteggiamento sul modo in cui percepiamo le cose».