I 40 anni di Memphis: una mostra celebrativa al Vitra Design Museum

Michela Pesenti / 12 Febbraio 2021 / Stili e Novità

Sono trascorsi quarant’anni dalla sera dell’11 dicembre 1980 quando a casa di Ettore Sottsass un gruppo di giovani designer e architetti dava vita al movimento Memphis, nome ispirato al brano Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again di Bob Dylan.

Per celebrare questo importante anniversario, il Vitra Design Museum di Weil am Rhein ha organizzato una mostra, visitabile fino al 23 gennaio 2022, intitolata Memphis: 40 Years of Kitsch and Elegance. Curata da Mateo Kries la mostra racconta, attraverso una selezione di arredi, lampade, oggetti, disegni, fotografie e materiali d’archivio, la comparsa di uno dei fenomeni di design più influenti degli ultimi decenni e la portata di una rivoluzione estetica che celebrava il Pop, il banale e il quotidiano rompendo i tabù del buon gusto e del minimalismo.

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«Da un lato, Memphis voleva infrangere le regole del cosiddetto buon gusto, e ha giocato con elementi di kitsch, cultura pop, pubblicità, culture non occidentali, per citare solo alcune delle influenze molto eterogenee. D’altra parte, le opere di Memphis erano tutt’altro che casuali o semplicemente anarchiche, erano composte meticolosamente e il risultato era un nuovo tipo di eleganza, un’eleganza tagliente, come si potrebbe dire. Non l’eleganza modernista del vetro e dell’acciaio, ma un’eleganza postmoderna che rispecchiava il mondo dei media, della globalizzazione, un po’ come nella moda, dove eleganza e provocazione non sono mai state viste come oppositori, ma due facce della stessa cosa», spiega Mateo Kries.

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Nonostante la breve esistenza del gruppo, dal 1981 al 1987, il design proposto da Memphis ha rivoluzionato la storia del design, con colori vivaci e disegni che sembrano usciti dalle pagine dei fumetti, miscelando colore, post-modernismo e una nuova estetica, affiancata da una ricerca materica sperimentale. I designer di Memphis volevano dare grande importanza alla superficie di un oggetto, spiega il curatore della mostra: «Per loro la superficie agiva come lo schermo di una tv o di un computer, serviva per comunicare un messaggio. E allo stesso tempo, così facendo, Memphis ha riportato la nozione di ornamento nel design. Il design modernista è sempre stato rigorosamente contrario all’ornamento(…). Memphis ha dimostrato che un ornamento o un motivo può anche essere qualcosa di molto progressivo, devi solo reinventarlo e farlo sembrare di nuovo fresco. E questo è quello che hanno fatto con il loro pensiero rivoluzionario sulla superficie di un oggetto e i collegamenti alla teoria dei media che hanno stabilito. Visto da oggi, questo sembra molto visionario: immaginate che nel 1981 eravamo solo all’inizio dell’era dei computer, ma Memphis si rese conto che questa nuova era avrebbe rivoluzionato anche il design, che sarebbe diventato molto più incentrato su immagini e storie».

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Tra i pezzi che si possono ammirare nella mostra vi sono mobili di Ettore Sottsass (la credenza Beverly), Michele De Lucchi (la seduta First e il tavolo Kristal), Martine Bedin (la lampada Super), Michael Graves, Peter Shire, Shiro Kuramata e numerosi disegni di Nathalie Du Pasquier e George Sowden. 

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