Si chiama Archiwindows il nuovo progetto dell’architetto e graphic designer italiano Federico Babina che con il suo stile inconfondibile ha illustrato e ritratto le finestre di 25 grandi architetti, incorniciati nei loro progetti più significativi. Babina immagina la vita che si cela dietro una finestra, come se questa fosse un quadro che incornicia e racconta una storia, come quella della quarantena vissuta dai maestri dell’architettura.
Così come tutti noi, anche i protagonisti di Archiwindows sembrano vivere un periodo di “reclusione” forzato in cui la finestra è il nostro affaccio sul mondo, su ciò che c’è e succede al di fuori delle nostre case. Louis Kahn, Le Corbusier, Toyo Ito, Frank Lloyd Wright, Tadao Ando, Mies Van Der Rohe, Daniel Libeskind, Antoni Gaudí, Rem Koolhaas, Zaha Hadid, Norman Foster, Alvar Aalto, Richard Meier, Oscar Niemeyer, Frank Gehry sono alcuni dei protagonisti di Archiwindows, una serie di illustrazioni attraverso cui Babina, come già in altre occasioni (di cui vi abbiamo parlato qui), riflette sull’architettura e in questo caso più precisamente sugli elementi che la compongono, la disegnano e ne fanno parte.
«Le finestre – racconta l’autore – sono gli occhi dell’architettura. Attraverso le finestre entrano la luce e le ombre che disegnano gli ambienti. Le finestre sono le fessure attraverso le quali spiare l’architettura. Sono come quadri che incorniciano racconti e storie. Ho voluto spiare come un “voyeur” la vita architettonica che si cela dietro una finestra. Osservare gli architetti e i loro linguaggi come da un buco della serratura. Ho provato a rendere protagonista un dettaglio per sottolinearne la capacità espressiva. Una singola finestra può aprirsi su un mondo di informazioni. Permette di affacciarsi per scorgere indizi stilistici e linguistici. Mi è sempre piaciuto gettare uno sguardo fugace dietro una finestra passeggiando per strada. Scorgere dettagli e fotogrammi per sceneggiare storie con la fantasia. Venticinque finestre dietro le quali si nascondono e vivono i profili degli architetti che le hanno create».