Quanto possono contare l’architettura e l’interior design in un film? Moltissimo per la pellicola Che fine ha fatto Bernadette? diretta da Richard Linklater in cui il profilo della protagonista viene definito e tratteggiato attraverso gli ambienti della casa in cui vive. Bernadette Fox (interpretata da Cate Blanchette), cinquantenne che vive a Seattle con il marito e la figlia adolescente, è un ex architetto dal carattere scontroso che dopo aver firmato due progetti importanti ha abbandonato Los Angeles e la sua brillante carriera.
Un tempo considerata “il più grande talento dell’architettura contemporanea, come viene definita in un documentario a lei dedicato, vincitrice del premio MacArthur, Bernadette fugge dalla propria carriera dopo la demolizione del suo edificio più famoso da parte di un’arrogante star televisiva. Una personalità cinica, paranoica e misantropa, alle prese con l’ansia e la depressione che emerge osservando gli spazi della sua quotidianità.
In Che fine ha fatto Bernadette? la casa è un vecchio collegio femminile in rovina circondato da un giardino di rovi, dove tra spifferi, infiltrazioni d’acqua, vivono lei e la sua famiglia; una casa in cui le piante crescono tra le assi del parquet e Bernadette taglia la moquette per lasciare loro spazio, le carte da parati novecentesche dichiarano tutta la loro età, mentre altre stanze sembrano uscite da un magazine di decorazione d’interni all’americana. Tra gli arredi più eccentrici c’è il rivestimento della parete della scala: da lontano sembrano piastrelle tridimensionali, ma quando l’inquadratura si stringe si scopre che si tratta di un’installazione di libri piegati come fossero ali di farfalla, un’opera di origami.
Immaginata nel quartiere di Queen Ann Hill, a Seattle, la casa è in realtà una sovrapposizione di tre diverse location situate a Pittsburgh: uno studio di produzione per la cucina, una scuola Waldorf per i corridoi e la stanza della figlia Bee e infine la Hays Mansion, una villa in rovina costruita nel 1870 in stile Secondo Impero italiano. Destinata alla demolizione, la dimora è stata recuperata grazie al regista Curtis e al suo team che per girare Che fine ha fatto Bernadette? hanno ristrutturato gran parte della proprietà, a eccezione di alcuni ambienti, come l’ampio salotto dai muri scrostati, caratterizzato da una bellezza decadente e crepuscolare che allude al blocco di Bernadette e alla sua incapacità di portare a termine qualsiasi progetto.
A questi ambienti che caratterizzano la quotidianità di Bernadette Fox si aggiungono la Beeber Bifocal House e la Twenty Mile House, le due opere più famose dell’architetto: la prima è un’ex fabbrica di lenti bifocali trasformata in abitazione usando cornici, lenti e cataloghi scartati per dare forma a una residenza luminosa e ipermoderna, mentre la seconda è una casa che Bernadette ha costruito servendosi unicamente di materiali disponibili nel raggio di 20 miglia dal sito di costruzione, il coronamento della sua visione di architettura che ricalca le opere di Eileen Gray, Denise Scott Brown, Zaha Hadid, Neri Oxman.