Alejandro Aravena, architetto cileno 48enne, ha ottenuto il prestigioso Premio Pritzker 2016, ambitissimo riconoscimento internazionale per l’architettura. La giuria ha premiato il titolare dello studio Elemental, fondato nel 2001 insieme a Gonzalo Arteaga, Juan Cerda, Victor Oddó e Diego Torre, per il suo impegno nel migliorare gli spazi urbani e rispondere alle sfide sociali ed economiche di oggi.
Un’architettura, quella di Aravena, caratterizzata da opere dal forte valore sociale, pensate e progettate per dare nuove opportunità ai meno privilegiati. Progetti di edilizia sociale, realizzati per far fronte a eventuali calamità, attenti ai consumi energetici e alla sostenibilità ambientale ed economica, che hanno dimostrato come l’architettura possa migliorare la vita delle persone, come sottolineato da Tom Pritzker, figlio del fondatore del premio, Jay Pritzker.
A pochi mesi dall’incarico conferitogli per dirigere la Biennale di Architettura di Venezia Aravena colleziona un nuovo successo per il suo lavoro, la cui maggiore ispirazione proviene dalle favelas e dai quartieri più marginali, per i quali nel 2004 ha dato vita al progetto Quinta Monroy, a Iquique in Cile, per la realizzazione di alloggi per cento famiglie svantaggiate. Invece di costruire un grande edificio con tanti piccoli appartamenti l’architetto ha deciso di realizzare delle case semicostruite che ogni famiglia avrebbe potuto ampliare a proprio piacimento, coinvolgendo così gli abitanti in un dialogo partecipativo durante la fase di progettazione.
Tra le opere più famose di Aravena ci sono l’Innovation Center – Anacleto Angelini della Pontificia Universidad Catolica de Chile e le Torri Siamesi, entrambe a Santiago, o i dormitori per l’università di Saint Edward, nel Texas. Questi edifici, a basso consumo energetico, rispondono al clima locale con facciate innovative ed efficienti, puntando sull’uso naturale della luce e sulla creazione di luoghi d’incontro conviviali.
L’innovation Center, realizzato nel 2014 e nato per favorire l’incontro tra aziende, attività commerciali e ricerca universitaria, si contraddistingue per il suo stile contemporaneo, che coniuga sostenibilità e impatto visivo con una struttura fatta di blocchi di cemento armato a vista. Un vero e proprio monolite che si staglia sullo skyline urbano, in cui il calcestruzzo favorisce la stabilità delle temperature interne, le finestre retrocesse rispetto alla facciata limitano l’ingresso della luce diretta, mentre gli spazi dedicati alla ricerca si aprono verso l’interno, vero cuore creativo della struttura articolato attorno a un atrio a tutta altezza.
Risponde a criteri di massima efficienza energetica anche il progetto delle Torri Siamesi, realizzate a Santiago del Cile nel 2005, in cui il vetro, materiale di cui dovevano essere fatte le torri come richiesto dai committenti ma non adatto al clima locale, è stato usato solo per l’esterno, procedendo perciò alla costruzione di un altro edificio, all’interno dello scheletro trasparente, con un rendimento energetico ecosostenibile e un passaggio di aria tra le due strutture.
Dal Cile agli Stati Uniti: nel 2008 lo studio di Aravena ha collaborato e alla creazione dei dormitori per l’università St.Edward’s, nello stato del Texas. Il modello di riferimento, interpretato e declinato in modo interessante dal progettista cileno, è quello tradizionale del campus, di impronta nordamericana e anglosassone: un complesso di unità abitative autonome, con tutte le funzioni necessarie per garantire un vero e proprio microcosmo di vita. Il laterizio ricopre un ruolo predominante nelle scelte spaziali ed estetiche di Aravena, facendo da legante tra spazi e volumi della struttura, costituita da sette grandi complessi, collegati tra di loro da passaggi sospesi in una continuità cromatica che richiama i canyon e le gole montane che caratterizzano il paesaggio.